Immagina un tavolino, una tazza fumante di caffè o una tisana bollente.
Ci sediamo per fare due chiacchiere e condividere idee. Ti aspetto, mentre prepari la tua bevanda preferita.
A gennaio non abbiamo fatto colazione insieme.
Il 2024 è partito di slancio, nuove collaborazioni e progetti hanno assorbito gran parte del mio tempo. Avevo previsto di inviarti questa mail con qualche giorno di ritardo perché volevo avere il tempo di approfondire un paio di contenuti su un tema che mi sta molto a cuore: la sostenibilità.
Ma ho dovuto rivedere i miei piani. Ripianificare l’agenda e l’organizzazione familiare.
Diciamo che ho potuto (o meglio dovuto) mettere in pratica i consigli di Chiara Battaglioni per gestire gli imprevisti.
Sabato scorso mi sono infortunata in palestra, pensavo, anzi speravo, fosse solo una brutta contusione. La diagnosi in PS non ha confermato la mia speranza: rottura subtotale del tendine di Achille, ricovero per intervento di ricostruzione.
In un secondo la mia impeccabile organizzazione è crollata come un castello di sabbia. Mi sono sentita vulnerabile e stanca.
Per gestire un fermo di circa 2 mesi, la fisioterapia e il dolore bisogna reagire e in fretta. Ho spostato gli appuntamenti che richiedono la mia presenza fisica, riprogrammato l’agenda per i due giorni trascorsi in ospedale. Ho ripreso a lavorare da casa come sempre, ma dal divano con il mio piedone a riposo.
Dopo il lavoro mi resta il tempo per fare gli esercizi, leggere e recuperare qualche corso di formazione arretrato, fare i compiti con mio figlio e giocare con lui. Insomma avrò a disposizione molto tempo e voglio usarlo al meglio.
Conto di tornare in forma presto. Anche grazie alle cure che ho ricevuto al Bufalini di Cesena, un reparto quello di ortopedia, davvero ben gestito. Lo staff ti accoglie in un clima di positività che rende meno dolorosa la permanenza in ospedale.
Dietro questa accoglienza non c’è solo il DNA romagnolo, ma un grosso lavoro di comunicazione: curare l’ambiente, dosare le parole, ascoltare le emozioni della persona.
Nessuno dei medici e degli infermieri che ho incontrato al PS e in reparto ha usato paroloni difficili, la comunicazione era semplice, calma e chiara.
Nel rapporto medico-paziente le parole creano fiducia, e servono a entrare nel mondo del paziente, a spiegare la natura dei trattamenti e a motivarlo nel percorso terapeutico.
Non siamo tutti uguali, abbiamo esigenze e paure diverse, ad esempio io ho la soglia del dolore alta e mi adatto bene alle situazioni, ma non per tutti è così.
Per questo il linguaggio giusto è quello adatto a quel paziente in quel momento. Il medico deve saper fornire un’informazione completa e personalizzata al paziente, e poi deve verificare cosa ha capito e dargli gli strumenti per ricordare.
Ad esempio una lettera di dimissioni chiara con tutti gli step da seguire che parla al paziente con un linguaggio comprensibile e semplice.
La comunicazione è la linfa vitale di qualsiasi organizzazione.
Quanto più la comunicazione è sana tanto più l'organizzazione diventa efficiente. In qualsiasi settore per qualsiasi azienda grande o piccola che sia.
Alla prossima colazione insieme
Grazie di aver letto fino a qui!
Scrivere è il mio lavoro, in parte, ma c’è molto di più. Sbircia sul mio sito se vuoi approfondire!
A presto
Valeria
valeriacostantino.com
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