Esserci o non esserci?
Essere presenti non basta più: è il come che conta.
Ciao,
venerdì sono stata a Firenze, ospite di un evento organizzato da Studio Riprese Firenze, oggi Brief, un’agenzia di comunicazione specializzata nella produzione di video, che dopo 10 anni di vita si è regalata un rebranding e ha invitato 300 persone dentro un cinema (quale location migliore!) per parlare di contenuti.
Alcuni speech mi hanno fatto vibrare e riflettere. Ti riassumo le riflessioni che penso possano essere utili anche a te se stai pensando di migliorare o cambiare la comunicazione del tuo brand.

Non possiamo non comunicare o smettere di farlo ma possiamo cominciare a farlo in modo diverso, e riconsiderare come, cosa e quanto comunichiamo.
Siamo circondati da una produzione incessante di contenuti, spesso dispersivi e superficiali, che lasciano poco spazio a ciò che ha davvero valore. Invece dobbiamo scegliere con cura cosa vogliamo dire, puntando su qualità e rilevanza, e non sulla quantità.
Una comunicazione che si regge sull’iper-produzione non giova a nessuno: non a chi crea, non a chi consuma, e nemmeno all’ambiente.
E allora basta correre dietro a nuovi algoritmi: è una gara che ci spinge a produrre contenuti a un ritmo frenetico, spesso a scapito della qualità. Una gara che ci spinge a creare contenuti non perché abbiamo qualcosa di importante da dire, ma perché pensiamo di dover dire qualcosa – qualsiasi cosa – per non perdere rilevanza.
Ma è davvero questa la direzione giusta? E se invece provassimo a ritornare a essere umani? Se ricominciassimo a produrre contenuti per le persone e non per gli algoritmi o per la SEO? Se provassimo a ricercare un equilibrio usando i tecnicismi, i numeri e i dati senza perdere di vista la realtà e l’essenza?
Abbiamo bollito il pubblico, le persone non ne possono più… continuano a fruire di contenuti di cui si dimenticano all’istante. Il rumore è troppo forte.
Quanto inquinano i tuoi contenuti, e quanto incidono in termini di costi e sostenibilità? Ci hai mai pensato?
I dati ci dicono che passiamo in media oltre due ore al giorno sui social, divorando una quantità impressionante di contenuti. Ma cosa ci resta alla fine? Quanto ricordiamo realmente di quello che leggiamo e guardiamo? La verità è che, paradossalmente, oggi si continua a produrre una mole mai vista di contenuti che sono sempre più poveri di significato. Non abbiamo mai prodotto così tanto, eppure mai come ora ci rendiamo conto che è l’essenza a mancare, la sostanza, il senso.
E tutto questo, a quale costo? L’industria che crea artificiosamente scarsità, urgenza ed esclusività, alimenta l’ansia sociale degli utenti per spingerli a interagire. Questo sistema e questo tipo di comunicazione sta sacrificando la salute mentale del pubblico, la fiducia nel brand, e sta saturando il mercato con messaggi banali che offuscano quelli rilevanti.
Per comunicare in modo sano, etico e consapevole, dobbiamo puntare su contenuti di qualità che durino nel tempo, e che lascino un impatto positivo. La comunicazione deve tornare a mettere al centro il benessere dell’audience, l’autenticità dei messaggi, e la sostenibilità produttiva.
La vera sfida per il futuro è scegliere una comunicazione di qualità che rispetti chi la crea, chi la riceve, e che impatti il meno possibile sull’ambiente.
Non esistono trucchi o formule magiche, ma una consapevolezza: ognuno deve trovare la propria direzione e misurare i propri passi.
Se anche tu credi in una comunicazione più umana, più etica e davvero sostenibile, allora scrivimi. Il 2025 è alle porte, e costruire insieme qualcosa di valore è l’obiettivo più grande. Sono qui per aiutarti a farlo.
Alla prossima colazione insieme
Grazie di aver letto fin qua.
Scrivere è il mio lavoro, in parte, ma c’è molto di più. Sbircia sul mio sito se vuoi approfondire!
A presto
Valeria
valeriacostantino.com
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Volevo fare un resoconto dell’evento ma a questo punto non serve più! Brava Valeria 😀